
Con il termine di roncopatia cronica si intende un’ostruzione delle vie respiratorie che si manifesta durante il sonno. Se tale ostruzione è parziale e permette comunque il passaggio dell’aria facendo vibrare le pareti che costituiscono il faringe allora si parla di russamento semplice. Se invece l’ostruzione provoca una diminuzione significativa o addirittura un arresto del flusso dell’aria, abbassando il livello di ossigeno nel sangue, allora si parla di SINDROME DI APNEA OSTRUTTIVA DEL SONNO.
Sebbene il russamento semplice non causi problemi di salute fisica direttamente evidenti, puó comunque determinare il peggioramento della qualità del sonno che incide significativamente sulla sua qualità di vita del paziente.
La sindrome delle apnee ostruttive del sonno, nota anche con l’acronimo OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome), è una malattia che va studiata e trattata adeguatamente in quanto la persona che ne é affetta può soffrire di un’eccessiva sonnolenza diurna ed avere aumentato rischio di alterazioni cardiovascolari che possono accorciare la sua aspettativa di vita.
Durante il sonno, i muscoli faringei si rilassano cosí che la loro funzione espansiva si riduce e la faringe, conseguentemente, diminuisce di diametro. Il russamento si verifica nelle persone che hanno una faringe già anatomicamente stretta, sulla quale il rilassamento dei muscoli che avviene durante il sonno provoca un collasso parziale. Per questo motivo, le alterazioni dell’anatomia delle prime vie respiratorie sono spesso la causa principale della roncopatia cronica. Sebbene l’ostruzione nasale non abbia un impatto diretto sulla regione faringea, ce l’ha in maniera indiretta, poiché il paziente con ostruzione nasale apre la bocca per respirare e questo provoca una caduta della lingua all’indietro, una maggior secchezza della mucosa faringea che a sua volta rende più facilmente il suo collasso posteriore.
La diagnosi di roncopatia si fa con lo studio del sonno (polisonnografia) dove si dimostra che il passaggio dell’aria si interrompe durante il sonno. Se questa iunterruzione é riconducibile ad un problema ostruttivo, ovvero che l’aria non passa nonostante i muscoli respiratori si muovano, e determina un’abbassamento della concentrazione di ossigeno nel sangue, allora viene diagnosticata l’OSAS.
Per studiare come le strutture anatomiche influenzino il sonno, è necessario eseguire una valutazione delle prime vie respiratorie. Essa comprende:
- l’esplorazione del naso, in cui si puó riscontrare la presenza di una deviazione ostruttiva del setto nasale, dell’ipertrofia dei turbinati, dell’esistenza di polipi o di tessuto adenoideo.
- lo studio anatomico cervico-facciale in cui si valuterá l’angolo cervico-facciale e la retrazione mandibolare.
- L’esplorazione della faringe, in cui si possono apprezzare le dimensioni e la rigidità dei tessuti del palato molle, dell’ugola e delle tonsille.
- La laringoscopia, in cui esamineremo le dimensioni e la tendenza al collasso della base della lingua e dell’epiglottide.
Un’altra metodica che aiuta a capire cosa succede durante il sonno in un paziente roncopatico è la DISE: Drug Induced Sleep-Endoscopy. In questo studio si simula il sonno naturale inducendolo con sedazione anestesiologica e, contemporaneamente, si realizza un’endoscopia attraverso il naso, con la quale è possibile osservare dove e come collassa la faringe, potendo predire il risultato di possibili trattamenti medici e/o chirurgici.
A un paziente con roncopatia si possono offrire distinti trattamenti. Essi comprendono anche strategie per perdere peso, misure di igiene del sonno, astensione dall’alcol…
Un trattamento che si é sviluppato molto negli ultimi anni é il posizionamento di dispositivi di avanzamento mandibolare (MAD). il MAD è un dispositivo che si applica sulle arcate dentarie e permette lo spostamento della mandibola in avanti, aumentando lo spazio per il passaggio dell’aria.
Un’altro dispositivo utilizzato nei casi di roncopatia severa é la CPAP (Continuous Positive Airway Pressure), un sistema che impedisce la chiusura delle vie respiratorie generando una pressione positiva nell’aria ispirata.
Infine c’é anche l’opzione di ricorrere all’intervento chirurgico. Essi hanno la finalitá di correggere quelle alterazioni anatomiche che sono la causa dell’ostruzione. Questi trattamenti comprendono
- la chirurgia nasale (settoplastica, turbinoplastica, chirurgia endoscopica naso-sinusale) per migliorare il passaggio dell’aria attraverso le fosse nasali
- la chirurgia della faringe in cui si puó interventire sulle varie strutture che la compongono: le tonsille l’ugola e il palato molle (tonsillectomia, uvulopaltoplastica, faringoplastica di espansione o chirurgia con radiofrequenza).
- Riduzioni della base della lingua
- Modifiche della cartilagine epiglottide
- Chirurgia dello scheletro osseo attraverso avanzamenti bimascellari.
Non tutte le tecniche chirurgiche sono efficaci su tutti i pazienti. E’ necessaria una valutazione meticolosa di ciascun caso che deve essere effettuata da un team multidisciplinare che comprende il neurologo, lo pneumologo, l’otorinolaringoiatra, l’endocrinologo e il chirurgo maxillofacciale.